20121213_arcigay_foto_3“L’articolo 29 dellla nostra Costituzione repubblicana non parla di unione tra uomo e donna, ma di eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, mentre l'articolo 3 parla di uguaglianza tra cittadini. Del resto poi la Corte Costituzionale ha più volte chiesto l’intervento del legislatore per colmare un vuoto e non si è mai espressa sulla illegittimità del matrimonio tra persone dello stesso sesso”.

E’ quanto chiarisce Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli in risposta alle dichiarazioni del Cardinale Crescenzio Sepe sulla famiglia gay.

In occasione dell’apertuta della porta santa nel Duomo di Napoli, infatti,  l’arcivescovo di Napoli affronta con il direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo d’Errico vari argomenti tra cui quello delle famiglie omosessuali.

“E’ che si tenta di assimilare - afferma Sepe - al diritto di una famiglia riconosciuto dalla Costituzione, e fondata dall’unione fra uomo e donna,  quelle unioni che famiglia non sono. Non puoi dire che sei famiglia, perché la natura è quella. Dico: perché taroccare come famiglia quel che non è? Sarebbe come se andassi al mercato per comprare una bella borsa e quelli me la presentano come borsa griffata e invece e fatta dai cinesi”.

Il presidente di Arcigay Napoli ricorda che, ora che anche la Grecia estenderà le unioni civili alle coppie omosessuali, l’Italia resterà di fatto ultimo paese tra i fondatori della Comunità Europea a non avere nessun tipo di tutela per le coppie lgbt.

“Forse Sepe faceva riferimento al diritto canonico - chiude Sannino - e a quello di uno stato monarca che non ha una costituzione e che continua a non rispettare la democrazia dello Stato italiano: libera Chiesa in libero Stato”.

Ufficio Stampa Arcigay Napoli
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