E’ di ieri la notizia di una persona trans che, rinchiusa nel carcere di Poggioreale, si è suicidata all’interno della cella in cui era rinchiusa. La notizia è stata diffusa dal SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) e ripresa da alcune testate.

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“Provo sgomento – dichiara Daniela Lourdes Falanga, responsabile delle politiche trans per Arcigay Napoli – dinanzi alla notizia appena appresa dalla stampa, peraltro riportata senza alcun riguardo, del suicidio nel carcere di Poggioreale di una donna transessuale. Se quella nelle carceri resta, per la maggior parte dei detenuti, una situazione insopportabile, per le persone trans la detenzione diventa un periodo interminabile di privazioni, di umiliazioni che possono generare anche atti tanto estremi”

Arcigay Napoli denuncia infatti la situazione a cui sono costrette le persone trans in carcere: non è consentito loro, infatti, accedere alle cure ormonali, sono spesso oggetto di scherno da parte di altri detenuti, e sono private persino della possibilità di potersi curare l’aspetto.

“In poche parole, solitudine e disperazione – conclude Falanga – Allora diventa indispensabile che queste donne, emarginate nell’estremo angolo del mondo, trovino una possibilità di poter redimere le pene dignitosamente, riconoscendosi nella loro identità e confrontandosi con professionisti e pari che ne possano accogliere istanze e confessioni. La stampa, intanto, continua a riportare articoli che ledono la dignità persino nella drammaticità della morte”

Arcigay Napoli chiede vengano realizzati sempre più progetti atti a formare il corpo di polizia penitenziaria e rendere la detenzione più sopportabile per le persone transessuali e omosessuali.

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