Apprendiamo con grande sorpresa, rammarico e dispiacere della polemica innescata dal regista Mariano Lamberti in merito allo spot del Pompei Pride. Teniamo a prendere, come Arcigay Napoli e organizzazione Pompei Pride, chiaramente le distanze da questa nota del dr. Lamberti, pubblicata prima sulla propria bacheca social e successivamente ripresa da gay.it. Il contenuto di questa nota non corrisponde alla verità dei fatti e risulta per noi estremamente scorretto e poco rispettoso del lavoro del Comitato Pompei Pride e delle tante volontarie e dei tanti volontari che in questi giorni stanno dando il loro contributo alla costruzione di un evento importante per il territorio e per il Paese tutto, un evento, un Pride, estremamente complesso e faticoso.

Le nostre associazioni sono organizzazioni di volontariato e fondano la loro attività sulla passione e sul contributo gratuito di tante attiviste e di tanti attivisti, cosa ben nota allo stesso Lamberti dato che lo scorso anno ha contribuito alla causa LGBT realizzando lo spot nel Napoli Pride gratuitamente, e per questa sua vicinanza e per il suo essere originario di Pompei era stato da noi scelto per la realizzazione dello spot del Pompei Pride. Teniamo altresì a precisare che  quest’anno avevamo garantito un minimo supporto economico e logistico alla realizzazione dello spot per il Pompei Pride, contributo ritenuto però insufficiente dal dr. Lamberti per poche centinaia di euro, ma la cosa più grave è l’assoluta non corrispondenza con i fatti reali in merito a quanto si afferma sui permessi non ancora ricevuti dalla Soprintendenza, con la quale è attiva da diversi giorni una comunicazione leale finalizzata alla realizzazione di un prodotto corretto sotto ogni punto vista, da quello poetico a quello scientifico, da quello artistico a quello sociale.

Siamo certi che con il Soprintendente Osanna e con la passione dei tanti artisti attivisti, pronti a sostenere con generosità le nostre istanze, realizzeremo un meraviglioso spot pride negli scavi di Pompei. Non ci fermerà certo una polemica sterile a nostro avviso strumentale, assai poco utile per la comunità LGBT pompeana.

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