NAPOLI - Omofobia, ma soprattutto indifferenza. A meno di una settimana dalla diffusione del video della morte del suonatore romeno Petru a Montesanto (spirato in mezzo alla folla che fuggiva), ancora una volta i napoletani devono interrogarsi sulla difficile conciliazione tra paura e senso civico. In piazza Bellini, intorno alle due di notte, un gruppetto di delinquenti con il capo rasato ha malmenato alcuni giovani omosessuali e mandato all'ospedale una ragazza che era intervenuta (unica a farlo) in loro soccorso. Tutto si è svolto all'aperto, al centro di Napoli, sotto gli occhi di centinaia di persone che non hanno mosso un dito. Solo quando il raid omofobo è terminato, qualcuno si è avvicinato alla ragazza ferita, offrendo dell'acqua, ma lei ha rifiutato rispondendo sdegnata: «L'acqua mi serviva prima».

Già dal loro ingresso nella piazza si è capito quali fossero le loro intenzioni. I bulli «boneheads» - una sorta di skinheads di cultura nazista -, hanno cominciato a dare fastidio a un gruppo di giovani, che frequentano la sede dell'Arcigay. Prima hanno cominciato con gli insulti, poi è volato qualche schiaffo. Le parole sono diventate sempre più pesanti, come gli schiaffoni, inferti in mezzo al divertimento dei membri del gruppo.

Coloro che erano intorno hanno fatto finta di non vedere. Solo una ragazza di 27 anni, non ce l'ha fatta a trattenere lo sdegno per l'aggressione verbale che si stava compiendo. Ha avvicinato il gruppetto e ha urlato: «Basta fermatevi! Ma che volete? Perché non ci lasciate in pace?». Per tutta risposta, la giovane ha ricevuto uno spintone, è caduta per terra ed è stata presa a calci. La violenza dei colpi è stata così forte che la ragazza, ora ricoverata in ospedale, rischia di perdere un occhio».

Le associazioni omosessuali napoletano hanno diramato un comunicato congiunto, denunciando l'insicurezza vissuta dai gay in piazza Bellini: «La vera vergogna che denunciamo è la “licenza di aggredire” che viene così indirettamente concessa a chi viola i corpi e la dignità di altri esseri umani e la deriva violenta di false propagande: un “Decreto sicurezza” che non tutela un bel nulla, le istigazioni allo squadrismo violento e la cancellazione dell’omofobia dal novero degli allarmi sociali di questo Paese».

Solidarietà arriva dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, e dal governatore della Campania, Antonio Bassolino. «Quanto accaduto in Piazza Bellini - ha detto il sindaco - è indegno di una società civile. È un preoccupante segno di intolleranza che colpisce profondamente la nostra comunità e i tanti napoletani che hanno manifestato proprio in quelle strade, alcuni giorni fa, contro l’omofobia e per il rispetto delle diversità. Sono affettuosamente vicina a questa ragazza intervenuta con generosità e coraggio contro l’inaudita violenza del branco e voglio esprimerle forte riconoscenza, per questo gesto, da parte di tutta la città».

Bassolino ha espresso vicinanza alla ragazza aggredita sul blog del suo sito internet: «Voglio dire alla ragazza vigliaccamente aggredita da un gruppo di teppisti a piazza Bellini che non è sola. Capisco la sua amarezza. È la giusta amarezza di tanti innocenti e persone perbene che restano vittime dell’ignoranza, della violenza, del pregiudizio. Io sto con lei. Non solo come presidente della Regione, ma come cittadino, come uomo».

Sul raid è intervenuto anche l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe: «Di fronte a questi atti dobbiamo convincerci a non lasciare, a non arrenderci. A questi atti dobbiamo contrapporci con la nostra realtà concreta. La violenza - ha detto il prelato all'Ansa - è sempre un male e un cittadino che commette questi atti non solo dà dimostrazione del suo malessere personale ma si ripercuote su tutta la comunità. Per questo noi non dobbiamo lasciare», ha concluso il cardinale.

E intanto, giovedì prossimo alle 19, Arcigay ha confermato l’intenzione di organizzare una fiaccolata e un sit-in in piazza Bellini per dire «no alla violenza».

Giorgio Mottola
23 giugno 2009
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