A cura di Manlio Converti  e Christian Pinzarrone (gruppo Trans Anthias Napoli)

Essere trans è un qualcosa che va ben oltre, che si insinua nel profondo della nostra anima, qualcosa che alberga nei luoghi della psiche (come direbbero gli psicologi), o della genetica (come direbbero i genetisti), e che è impalpabile anche per migliori ricercatori del campo. E poi c'è qualcosa che probabilmente pochi conoscono

 


Effeminatezza ed androginia attengono alla sfera del comportamento, più virile o più femminile, secondo i canoni culturali che vengono attribuiti in un certo paese e in una certa epoca, quindi a seconda anche della moda e dei mass.media. Ermafrodita è invece una persona che nasce con gli organi genitali esterni ed interni contemporaneamente sia di tipo maschile (pene, testicoli, prostata e scroto) sia di tipo femminile (vagina, piccole e grandi labbra, utero).

L'omosessualità attiene invece ai gusti personali ed all'orientamento sessuale insieme alla bisessualità ed all'eterosessualitè e quindi significa che una persona è attratta sessualmente da un'altra persona dello stesso sesso (omo), dell'altro sesso (etero), o da entrambi (bisex).

Sgomberato il campo da tante parole e concetti che farebbero confusione e che non hanno a che vedere con l'essere trans possiamo a questo punto approfondire solo gli argomenti, che hanno a che fare propriamente con l'identitè di genere.

Da sempre l'essere umano ha potuto usare l'abbigliamento, il trucco ed altri espedienti per potere mimare ogni possibile trasformazioni della propria persona come avviene nel teatro o come avveniva nelle corti regali.

E' famoso il nonno di Alessandro Magno, che si abbigliava appunto come una donna ed abbondava fino all'eccesso di trucco, profumo, sete preziose e gioielli, ed è noto che all'epoca di Shakespeare toccava agli uomini interpretare sulla scena tutti i ruoli incluso Giulietta e Desdemona.

Solo da una cinquantina d'anni la tecnica chirurgica e la ricerca medica permettono finalmente delle reali e significative trasformazioni fisiche, metaboliche e ormonali negli esseri umani. I beneficiari della chirurgia estetica, come di quella ormonale, sono oggi milioni di persone in tutto il mondo oltre ai trans.

Le trasformazioni del proprio aspetto o del proprio corpo o della propria identitè di genere sono ovviamente numerose e varie. Le possibilità sono infinite e gli strumenti vanno dall'abbigliamento, al trucco, alle parrucche, agli arti posticci, alle cure ormonali, ai primi lievi interventi di chirurgia estetica, fino alle grandi operazioni di transizione ed infine (questa sì solo per i transessuali) alla eliminazione o radicale cambiamento dei genitali interni ed esterni. La maggior parte delle persone che fa uso di questi strumenti, reversibili e superficiali alcuni, irreversibili e radicali altri, viene detta transgender nel primo caso e transessuali, come appunto dice la parola stessa, nel secondo, perchè fa uso di transizione e trasformazione del proprio corpo nella direzione della opposta identitè di genere (che sarè detta MtF oppure FtM a seconda della partenza e dell'arrivo delle trasformazioni).

Non è vero però nemmeno che tutti quanti i o le transessuali vogliano arrivare alla trasformazione radicale dei genitali (oggi si valuta questo gruppo intorno al 7%), ma tutti sicuramente sentono in qualche modo di non appartenere in parte o per niente all'identitè di genere codificata dai propri cromosomi. La diversitè del transgender sta invece solo nel desiderio di cambiare in qualche modo e solo fino ad un certo punto la propria identitè di genere Bisogna chiarire che il percorso che inizia con i giochi di travestitismo e termina con le trasformazioni dei genitali non implica affatto la necessitè di tutti i gradini descritti per il soggetto che decida di intraprenderlo.

Ogni individuo trans trova il proprio equilibrio dopo una fase di sofferenza e cambiamento, nella quale spesso deve affrontare sopratutto i problemi di rifiuto e di emarginazione da parte della societè e della propria famiglia, ma non sono rari i casi in cui dopo diversi anni lo stesso trans decida di proseguire ulteriormente o completare il percorso di trasformazione oggi possibile.

Ad ogni modo ogni transizione parte, in genere, molto precocemente, spesso durante l'infanzia, laddove le differenze di genere sono sottolineate in modo artificiale solo dagli adulti. A questo periodo, raramente percepito dal di fuori in modo evidente, perchè i bambini giocano su tutto, segue in modo drammatico l'adolescenza quando i cambiamenti reali del proprio corpo vengono rifiutati e osteggiati in tutti i modi possibili in natura o attraverso il ricorso della medicina e della chirurgia. Uno dei rilievi fatti dall'esperienza diretta da parte nostra e della nostra associazione è che molti trans soprattutto FtM passano proprio durante l'adolescenza una fase di anoressia nervosa che si fonde nel desiderio di controllare e modificare i cambiamenti al corpo di adolescente imposti dalla genetica. Allo stesso tempo essere trans significa essere soggetti ad un maggior numero di patologie psichiatriche come le somatizzazioni o gli stati ansiosi, soprattutto quando non è ancora culturalmente chiara la propria diversa identitè di genere.

Nel caso della transizione FtM immaginate una personcina con un corpo minuto, in media 1,65cm per 60 kg, che debba affrontare ben tre diversi interventi chirurgici distribuiti in circa due o tre anni. Quasi nessuno lo ammette, ma crediamo a giusta ragione di poter affermare, che se ne esca completamente distrutti psicologicamente e fisicamente. E' questo però il prezzo da pagare per tutti i trans e tutte le trans, che agognano avere una "vita normale", ed è paradossale come da una condizione di "stress" psico-fisico ne derivi una di benessere.

Travestirsi, truccarsi e sentirsi dell'opposto genere sessuale è sempre stato possibile (Transgender), trasformarsi fisicamente lo è solo da pochi decenni (Transessuale). In effetti anche se desiderato dai trans la transizione completa rimane una chimera irraggiungibile perchè ancora non siamo in grado di trasformare geneticamente un soggetto XX in XY o viceversa, nè siamo in grado di permettere la trasformazione delle gonadi e degli apparati riproduttivi interni nel loro opposto (sopratutto dell'utero necessario per la gravidanza, che nell'uomo corrisponde alla prostata e di testicoli che producano spermatozoi utili alla fecondazione).

Esistono ancora un problema psicologico e uno sociale da approfondire e da affrontare in attesa che i progressi della medicina cambino il panorama fin ora spiegato. Ogni persona desidera cambiare o accetta il proprio corpo in modo diverso a seconda dell'influenza della societè e della cultura ma anche sulla base di evidenti deficit fisici oppure di motivazioni psicologiche profonde. I trans appartengono sicuramente a quest'ultimo gruppo appunto per l'irreversibilitè delle trasformazioni e per la necessità primaria di cambiare proprio l'identitè di genere altrimenti stabilita dai cromosomi. Molte teorie psicanalitiche si sono scontrate a favore o contro l'opportunitè di permettere queste trasformazioni ma ogni tentativo di considerare psicotiche le persone transessuali è fallito a danno dei soggetti sottoposti alle più assurde terapie mediche, chirurgiche, psichiatriche o pseudo-tali.

La comunità internazionale di psicologi e di psichiatri oggi considera il fenomeno trans come una patologia psichiatrica solo al fine di giustificare il trattamento medico e chirurgico altrimenti illecito. La trasformazione corporea secondo le richieste della persona transessuale è quindi proprio la terapia alla cosiddetta patologia (disturbo disforico dell'identitè di genere) che altrimenti potrebbe solo aggravarsi a danno del soggetto. Il soggetto trans non curato con ormoni o con la richiesta chirurgia estetica è l'individuo malato psicologicamente che guarisce attraverso l'intervento del medico o del chirurgo e quindi trasformandosi come desidera.

Rimane il vincolo legale di una psicoterapia al fine di accertare non l'identità di genere della persona, sulla quale materia nemmeno Freud aveva le idee molto chiare, ma l'assenza di altre patologie psichiatriche che potrebbero portare una persona a richiedere comunque gli interventi più radicali ma con finalitè ed effetti assolutamente imprevedibili e pericolosi per la stessa persona.

Questa grande varietè di sentire, che ha appunto tante sfumature e che solo nella minoranza dei casi arriva alla castrazione, ha sempre creato molte ansie e dubbi nella societè, nei medici e negli psicoterapeuti, generando le più feroci forme di esclusione sociale e di razzismo in chi, non capendo il significato di certe scelte, ha sempre emarginato il "diverso". Anche la stampa, usando solo le immagini di trans, ovviamente presenti durante i cortei dei gaypride, stigmatizza ulteriormente la loro diversitè creando messaggi confusi a danno sia degli omosessuali sia di transessuali e transgender. Dal punto di vista sociale la condizione dei transgender e transessuali non è affatto limpida. Oggi solamente Sky trasmette un programma dai campus americani, dove oggi molte e molti trans possono studiare e vivere le emozioni e le difficoltè di tutti i giovani a loro coetanei.

Sono invece pochissimi in Italia coloro che superano da soli l'adolescenza, mantenendo la capacità di lavorare e di studiare, spesso perchè iniziano il loro percorso di transizione dopo essersi garantiti il cosiddetto minimo sindacale. Nella maggior parte dei casi è durante l'adolescenza che si iniziano ad usare gli ormoni, a travestirsi o ad apparire in modo naturale dell'opposto sesso.

Per le transizioni da maschio a femmina è l'identità di genere a diventare la base della discriminazione, la stessa che subiscono tutte le donne, ed è proporzionale alla discriminazione da esse subite in ogni paese e cultura a seconda del secolo in questione. Le conquiste delle donne nel mondo sono le conquiste dei transessuali e per traslato anche degli omosessuali, ma le conquiste dei transessuali in un clima omofobo o clericale sono oggi contrastate in Italia in modo autolesionista dalle stesse donne per i motivi che ora spieghiamo.

Questa societè continua ad insegnare che essere donne è un disvalore e quando l'effeminatezza o il transgenderismo diventano evidenti nel maschio, nel figlio maschio, nel divino maschio portatore di pene ma soprattutto di tutti i beni offerti, dalla societè tribale come da quella moderna, l'abisso si spalanca. In Cina le bambine vengono regolarmente abortite o subiscono l'infanticidio, le donne afgane sono eliminate da un pesante lenzuolo color cielo, nel resto del mondo arabo il femminile è negato o limitato da leggi religiose e da veli più o meno coprenti, in Africa la donna è un oggetto sessuale liberamente utilizzabile, nel mondo occidentale una donna studia più di un uomo ma guadagna la metè e di solito solo lei deve girare mezza nuda per contratto. Eppure sono proprio le donne, diceva Mia Martini, ad insegnare ai figli cosa significa essere il divino maschile portatore di pene.

Diventare uomo invece non viene contrastato come diventare donna, e a volte i trans sono addirittura sostenuti all'inizio nella loro scelta; anche se questi sono dei casi piuttosto sporadici, mentre la realtè sociale nella sua interezza è ben diversa e dura, in maniera solo differente dalle trans. I transessuali FtM sono dei "maschiacci" fin dall'infanzia, che fanno divertire e a limite non interessano sessualmente il gruppo di maschi del quartiere o della famiglia e destano, di solito, minore preoccupazione. Quando la trasformazione è completa i trans FtM tendono a mimetizzarsi meglio in un nuovo gruppo di amicizie. Purtroppo anche per gli FtM si potrebbero citare una miriade di casi di persone cacciate via di casa anche loro dalla stessa madre, ragazzi che vengono picchiati dai loro padri e fratelli al fine di dissuaderli con la forza da un qualcosa che desiderano più della loro stessa vita.

Come per le ragazze lesbiche è elevato il rischio di violenza sessuale "finalizzata" alla "guarigione". Conosciamo anche gente che ha abbandonato gli studi e che si è chiusa nelle quattro mura della propria casa solo per il terrore di essere sfiorati dalla luce del sole... In ogni caso il voler essere uomini non è affatto contrastato dalla societè moderna con la stessa forza, che vede sempre nel maschile quei valori positivi con i quali pretende di crescere.

Al contrario osare perdere la dignità del maschio per decadere al ruolo socialmente infimo di donna è invece considerato inaccettabile anche da parte delle madri e delle altre donne della propria famiglia. L'essere costretti alla prostituzione, alla povertè e all'ignoranza è allora una conseguenza dell'esclusione sociale.

Quando si parla di trans ovviamente viene messo sempre in risalto il problema della prostituzione, grande piaga sociale e demolitiva dal punto di vista della dignità della persona, anche se, assolutamente non tutte le trans si prostituiscono, anzi, molte di loro riescono da sole a portare a termine gli studi e si integrano tranquillamente nella societè. La vita sociale del transgender, poi, può essere limitatamente migliore, laddove gli stessi artifici durante il giorno vengano usati per "transitare" attraverso una societè transuofoba come eterosessuale o quanto meno solo come gay.

Ai trans MtF (dal maschile al femminile) tocca ancora la sorte in Italia di doversi spogliare per lavorare, quindi prostituirsi come unica risorsa per sopravvivere ma soprattutto per pagarsi le esose cure mediche e chirurgiche, che oggi solo in Spagna sono diventate finalmente gratuite. Per gli FtM invece le sole cure ormonali, che sono gratuite in entrambi i casi sono sufficienti a garantire la completa virilizzazione fisica. Eppure le famiglie non sempre abbandonano le Trans, che nei quartieri popolari di Napoli diventano anzi a ragion veduta produttori di reddito (per via della prostituzione) e quindi soggetti sfruttati in cambio di quel raro affetto che qualche film pretende di esaltare.

Per ogni seno rifatto un transessuale non deve insomma guadagnare solo la cifra da pagare alla clinica privata, ma anche un ulteriore ingente tangente per giustificare socialmente la propria esistenza. Lo sfruttamento inizia appunto nell'adolescenza in ragazzi assolutamente indifesi che la societè perbenista allontana dalle scuole abbandonandoli al proprio destino. Poche famiglie ricche proteggono i propri pargoli, più spesso anche in questi casi cacciati di casa e quindi costretti ugualmente alla prostituzione, che da noi è quella controllata dalla camorra. Destano stupore mediatico e reazioni avverse queste creature destinate all'inferno dell'emarginazione sociale quando sfilano vistosamente durante i gaypride svestiti in atteggiamenti sessualmente scandalosi: ma se avessero potuto studiare e lavorare come tutti gli altri, credete davvero che si proporrebbero in quel modo? Io credo proprio di no a ragione veduta con l'eccezione dei trans brasiliani, molto di moda a Napoli a Via Verdi cioè sotto la sede del Comune, per i quali il carnevale è arte e vita: l'unica vita possibile a causa della carenza di supporto sociale e politico.

Le conseguenze dell'abbandono scolastico sono ovviamente la prostituzione ma anche l'abuso di droghe pesanti, perchè i clienti (ricchi borghesi e camorristi) o gli sfruttatori ne fanno ampio uso e commercio. A questo punto il giro dell'inferno si chiude intorno alla figura di Enzo Taglialatela, morto sulla rotonda di Melito, arso vivo dalla camorra per motivi tutti da stabilire, senza che la giustizia o l'opinione pubblica si sia fatta mai carico di trovare o condannare i colpevoli.

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