Il direttore della Clinica urologica dell'Università Federico II di Napoli Vincenzo Mirone: ''In questi anni otto delle persone che abbiamo operato si sono sposate, e due di queste coppie hanno adottato un bambino''. Il tutto a carico del SSN

 

 Roma, 3 mar. (Adnkronos) - Un sogno 'in rosa' diventato realtà grazia al bisturi. “Sono circa 400 all'anno gli uomini che cambiano sesso nel nostro Paese. Ma la richiesta delle aspiranti donne è molto più alta. E non manca chi preferisce ancora uscire dall'Italia, e andare a Londra o a Casablanca, per sottoporsi a un’operazione che può costare circa 60 mila sterline”. A fotografare una realtà complessa e ancora poco conosciuta come quella del transessualismo, è Vincenzo Mirone, direttore della Clinica urologica dell'Università Federico II di Napoli e presidente della Siu (Società italiana di urologia).


Mirone preferisce parlare di disordine di identità di genere: “Noi a Napoli ci siamo specializzati nella forma andro-ginoide, quella più comune - spiega all'Adnkronos Salute - tanto che in questo settore ormai siamo fra i primi in Italia, con 190 interventi eseguiti in 15 anni, e un ritmo di circa 30 aspiranti donne operate ogni anno. Ma le richieste sono in aumento, soprattutto da parte di uomini di 25-35 anni”. Oltre al centro partenopeo, questo tipo di interventi si eseguono anche a Trieste, Bologna, Bari, Torino e Roma. Chi soffre di questo problema prova un malessere e un disagio profondo nei confronti delle caratteristiche sessuali del proprio corpo, sentito come estraneo. Lo stesso senso di estraneità viene provato per i comportamenti e gli atteggiamenti che sono tipici del proprio sesso, all'interno del quale il soggetto non si riconosce.

Insomma, ci si sente donne intrappolate in un corpo maschile. Così dopo l'operazione la vita non è più la stessa. “In questi anni 8 delle persone che abbiamo operato si sono sposate, e due di queste coppie hanno adottato un bambino”, racconta l'urologo.

“I pazienti - prosegue Mirone - vengono nel nostro centro con l'autorizzazione del Tribunale, dopo attente consulenze di psicologi ed endocrinologi. Arrivano accompagnati dalla mamma, e spesso anche dal partner. Gli interventi sono molto complessi, possono durare 3-4 ore e sono interamente a carico del servizio sanitario nazionale: i pazienti non spendono nulla”. Dopo aver realizzato il loro sogno, le neodonne grazie al bisturi restano legate al centro.

“Siamo una sorta di punto fisso per loro: molte cambiano nome e città per rifarsi una nuova vita, e noi siamo un riferimento. Si tratta di una realtà complessa, quella delle persone con disordine d'identità di genere, che resta troppo spesso nell'ombra”, dice Mirone. “Fra questi pazienti ci sono professionisti, manager, persone di ogni tipo, con famiglie, lavoro, amici”. Grazie agli interventi eseguiti dal centro, inoltre, è stato possibile condurre lo studio sull'idrogeno solforato (H2S), rivelatosi un potente alleato della sessualità maschile. Ricercatori dell'Università Federico II di Napoli, in collaborazione con il premio Nobel americano Louis Ignarro, hanno appena pubblicato su 'Pnas' la ricerca sull'effetto anti-impotenza del gas delle solfatare.

“Abbiamo fornito tessuto cavernoso del pene proveniente da numerosi pazienti sottoposti a interventi per cambiare sesso. Questo studio - sottolinea Mirone - apre la strada a nuovi farmaci anti-impotenza, che possono agire anche in assenza di endotelio. Ma per un eventuale 'successore' del Viagra bisognerà - conclude l'urologo - aspettare almeno cinque anni”.

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