Francesco Palese ha filmato con una telecamera nascosta gli episodi di discriminazione subiti in differenti agenzie interinali di Roma: ''In Italia non vale il principio di parità di trattamento per chi ha cambiato sesso''

 Roma, 2 mar. (Adnkronos) - "Se sei un transessuale e' quasi impossibile trovare un lavoro". Questa la conclusione cui giunge il servizio "Francesco era disoccupata" di Francesco Palese per la trasmissione "L'Altra Inchiesta" dell'emittente Retesole. Palese, pochi mesi dopo essersi finto un gay in cerca di casa, registrando i rifiuti da parte dei proprietari, si e' messo nei panni di una transessuale appena trasferitasi a Roma da Lecce, in cerca di un lavoro e di un alloggio.


La puntata di "L'Altra Inchiesta", che vede come ospiti Vladimir Luxuria e Fabrizio Marrazzo dell'Arcigay, sara' trasmessa domani, martedi 3 marzo, alle 21.10 su Retesole. Nel corso della trasmissione Francesca Eugenia Busdraghi di "Azione Trans" racconta in un'intervista il suo 'calvario' lavorativo.

Con tanto di travestimento il giornalista ha ripreso con telecamera nascosta il rifiuto della disponibilita' di lavoro da parte di diverse agenzie interinali di Roma, pochi minuti dopo che le stesse avevano offerto alla sua complice, Francesca Bastone, diverse soluzioni. Una volta che alla complice era stato offerto, ad esempio, un posto da contabile, nell'agenzia faceva 'irruzione' la finta trans che dichiarava di avere esperienza in quel settore, ma la posizione svaniva nel nulla. Nel video anche un'agenzia immobilire che ha negato al giornalista di avere immobili in affitto poco dopo averli offerti invece alla complice.

Il video inizia con la finta trans in via Salaria a Roma dove viene fermata dalla Polizia Municipale che la invita a cambiare posto e a specificare l'attivita' svolta. Subito dopo il titolo "Francesco era disoccupata", che vuole attirare l'attenzione sul fatto che l'85% degli oltre 20mila transessuali presenti in Italia resta fuori dal mondo del lavoro. Per molti di loro la prostituzione diventa cosi' l'unico modo per sopravvivere.

"Eppure - spiega Palese nel servizio - esiste una direttiva dell'Unione Europea del 5 Luglio 2006 dove si legge che il principio della parita' di trattamento tra uomini e donne, per l'accesso al mondo del lavoro, va esteso anche alle discriminazioni determinate dal cambiamento di sesso, come ha peraltro sancito una sentenza della Corte di Giustizia Europea il 30 aprile del 1996. Ma questo principio in Italia non vale".

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