CITTA’ DEL VATICANO - L’accusa è di aver coperto sacerdoti colpevoli di abusi su minori: mai lo scandalo pedofilia era arrivato fino all’appartamento pontificio.

Si è dimesso ieri il vescovo irlandese John Magee, ex segretario personale di tre papi (Montini, Luciani, Wojtyla), finito nella bufera per i preti pedofili denunciati nella sua diocesi. Il presule di Cloyne, nel sud dell’Irlanda, ha chiesto a Benedetto XVI di nominare un amministratore apostolico cui spetterà di gestire la diocesi fino a quando non sarà ordinato un nuovo vescovo. Negli ultimi anni la Chiesa cattolica irlandese è stata sconvolta da numerose vicende di pedofilia e di abusi sessuali ed accusata di aver coperto alcuni casi.

John Magee, 72 anni è stato segretario privato di ben tre papi Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II e nel 1982 è stato nominato da Karol Wojtyla Maestro delle cerimonie pontificie. Da mesi è stato investito da un’inchiesta su presunti casi di pedofilia e a dicembre fu duramente criticato dal «Comitato nazionale per la salvaguardia dei bambini» in seguito al caso di due preti della diocesi di Cloyne accusati di violenze sessuali e molestie su bambini. Conosciutissimo in Curia, monsignor Magee è testimone diretto di uno degli eventi storici più discussi e misteriosi del XX secolo: l’improvvisa morte di Giovanni Paolo I. Fu lui a documentare che il pomeriggio precedente la sua morte papa Luciani ebbe almeno altri due malori. A cena poi il Papa ebbe una premonizione e al segretario disse: «Il ritiro che adesso vorrei fare è quello per una buona morte».

Le dimissioni monsignor Magee arrivano come una bufera preannunciata da segnali inquietanti. «Si sapeva delle difficoltà in cui era incorso a seguito di alcune denunce ed era noto in Vaticano che ormai non aveva più il controllo effettivo della propria diocesi - racconta il teologo Gianni Gennari, editorialista di “Avvenire”, quotidiano della Cei-. Per la storia della Chiesa Magee è il primo ecclesiastico entrato nella stanza di papa Luciani il 29 settembre del 1978. Fu lui a dare l’allarme e a chiamare il Segretario di Stato, Jean Villot». Karol Wojtyla, eletto Pontefice, lo confermò nell’incarico di segretario personale, ma poi, precisa Gennari, «quando iniziarono le voci e le illazioni sulla ricostruzione della morte del suo predecessore rimosse Magee e lo destinò ad altro incarico».

Il caso è scoppiato in Irlanda. Oltre 270 pagine di racconti, dati e testimonianza circostanziate: il «libro nero» della chiesa cattolica irlandese, stilato da un’apposita commissione governativa che ha lavorato per tre anni, snocciola cifre che fanno rabbrividire. Oltre 100 i sacerdoti coinvolti, 350 vittime, in 40 anni di omertà, con vescovi compiacenti che coprivano o al massimo trasferivano i preti colti in flagrante. L’inchiesta, denominata «The Ferns Report», è partita nel 2002 dopo le dimissioni di una delle figure più in vista della chiesa cattolica irlandese, il vescovo di Ferns, Brendan Comiskey, costretto a lasciare quando emerse che non aveva difeso le vittime, pur essendo venuto a conoscenza degli abusi perpetrati da preti della sua diocesi. E un campanello di allarme era stato, tre anni prima, il suicidio del parroco Sean Fortune, che si tolse la vita dopo essere stato accusato di multipli abusi sessuali.

Nel 2002 la Chiesa, travolta dalle accuse, fu costretta a pagare 128 milioni di euro per risarcire per le vittime, ma evidentemente era solo l’inizio. L’inchiesta del governo ha ulteriormente approfondito lo scandalo, mentre alcune associazioni delle vittime contestano la mancanza di pene detentive e chiedono maggiore severità nel punire i colpevoli. Il ministro irlandese per l’infanzia Brian Lenihan ha dichiarato: «Il rapporto prova che nessuna azione fu intrapresa per proteggere bambini vulnerabili, per molti anni. Da parte di tutto il governo irlandese condanno nel modo più forte possibile il ripetuto fallimento e la grossolana trascuratezza di chi aveva incarichi di responsabilità nella diocesi». Don Gianni Baget Bozzo, si aspettava le dimissioni per pedofilia di un prelato così vicino a ben tre papi?

«Purtroppo il livello di esperienza ecclesiale raggiunto non è una garanzia contro gli scandali sessuali. L’aver vissuto la propria missione a strettissimo contatto con i Pontefici non esime dal poter finire in vicende dolorose. Non è un caso isolato e per una certa prassi nella Chiesa si è sempre cercato di nasconderli tenendo coperti i responsabili».

Che osa bisognava fare?

«Innanzi tutto evitare i punti di contato tra i giovani e i sacerdoti con inclinazioni omosessuali. Poi si deve vedere il caso concreto e prevenire le situazioni rischiose. Non è un fenomeno raro e far finta di nulla accentua il problema. La prudenza maturata in tanti anni trascorsi nell’appartamento pontificio avrebbe dovuto consigliargli una condotta diversa».

Cioè?

«Un taglio netto appena aveva avuto sentore di qualcosa che non andava. Ma appunto l’aver servito tre papi non rappresenta un’assicurazione contro simili drammi».

È sorpreso dalle dimissioni?

«Sono tanto più addolorato perché lo scandalo travolge un testimone diretto di anni fondamentali della recente storia ecclesiale. Adesso questi casi esplodono mentre per lungo tempo sono rimasti sommersi da una cortina di silenzio e di rimozione».\

4Giovanni Paolo I

Albino Luciani venne eletto, con il nome di Giovanni Paolo I, il 26 agosto 1978. Trentatré giorni dopo, il suo corpo senza vita viene trovato per primo da Magee.Giovanni Paolo II

Durante il suo pontificato (16 ottobre 1978-2 aprile 2005), Karol Wojtyla toglie a Magee l’incarico di segretario particolare: nel 1982 lo nomina Maestro delle cerimonie pontificie. Paolo VI

Giovan Battista Montini, che scelse il nome di Papa Paolo VI (dal 21 giugno 1963 al 6 agosto 1978), nominò John Magee suo segretario personale.12

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