napolipride2012Napoli Pride 2012 - Ore 14.30 Piazza Cavour

  • Comune di Napoli 2012 – Approvato il Registro delle Famiglie Affettive e il Registro delle Unioni Civili
  • Marzo 2012 - Suprema Corte di Cassazione – una coppia gay sposata in Olanda non viene riconosciuta in Italia ma motiva dicendo che hanno diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata
  • Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo (del 15/3/2012 su ricorso n. 25951/07) si legge si rammarica dell'adozione da parte di alcuni Stati membri di definizioni restrittive di famiglia con lo scopo di negare la tutela giuridica alle coppie dello stesso sesso e ai loro figli; ricorda che il diritto dell'UE viene applicato senza discriminazione sulla base di sesso o orientamento sessuale, in conformità della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
Il Manifesto

Il 30 Giugno è la data che abbiamo individuato ,come movimento per i diritti omosessuali e trans, per la convocazione del Pride dell'Area Metropolitana di Napoli, insieme alla rete di associazioni ed sindacati. Noi lesbiche, gay, trans, vogliamo costruire una manifestazione aperta a tutti i soggetti politici, sociali e culturali della regione e del Sud che condividono la necessità di costruire una proposta laica che si ponga l’obiettivo di difendere la sovranità dello Stato Italiano, dell'autodeterminazione delle scelte civili e libertarie.

Noi, cittadini e cittadine omosessuali e trans ci riconosciamo portatori e portatrici di pari dignità a tutti e tutte. Rivendichiamo il nostro diritto - dovere di cittadinanza manifestando affinché le forze sociali, culturali e politiche ci riconoscano e ci garantiscano uguale dignità e parità di diritti, nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Costituzione italiana, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e nel rispetto del principio della laicità dello Stato italiano e della sua autonomia da ogni ingerenza confessionale. Le nostre rivendicazioni si inseriscono in un quadro politico ed istituzionale desolante ed omofobo. Il clima sociale e culturale di intolleranza sostenuto dalla politica di una destra arretrata e repressiva e dalle gerarchie cattoliche stanno alimentando sempre di più pericolose e vergognose campagne d'odio nei confronti delle nostre comunità, smarrendo completamente i valori liberali e democratici fondati sulla pacifica convivenza, sul pluralismo tra i gruppi sociali emergenti, sulla cultura delle differenze. È in atto una vera e propria operazione di istigazione al conflitto e alla tensione sociale di cui noi oggi vogliamo assumerci l’onere dell'opposizione. La violenza, l’ostilità e la discriminazione crescente verso donne, omosessuali, transessuali, comunità immigrate, Rom, persone clandestine, persone con disabilità, tutti i gruppi etnici e religiosi, ecc. trovano, infatti, false risposte nelle inutili derive securitariste realizzate per tutelare l’immagine, ma che in realtà mascherano la volontà di perpetrare il radicamento di un pensiero unico, dell’affermazione di un paradigma conservatore che contempla l’arretramento, se non la cancellazione, di importanti conquiste storiche e sociali nonché l’impedimento giuridico e culturale del raggiungere nuovi e fondamentali obiettivi di libertà e di emancipazione. C’è, in Italia, un vuoto di proposta e di impegno politico nazionale affinché milioni di cittadine e di cittadini possano finalmente vivere liberamente e degnamente in Italia cosà come possono farlo in altre nazioni, in particolare in quelle europee. Per questo, riteniamo che le pari dignità e i pari diritti per le persone LGBTQ rimangono centrali e assumono il valore di paradigma del conflitto tra i cittadini omologati (corrispondenti all'idea razzista, sessista, sessuata e vaticanista del governo) e la cultura delle differenze che cerca di esprimersi in uno Stato laico e che si oppone ad un'Italia da Medioevo del diritto, in cui sono a rischio le libertà fondamentali dell’individuo, come il diritto alla salute, il diritto di parola, il diritto alla libertà di sciopero, il diritto alla libertà di stampa. È per questo che riteniamo che non abbiamo più nulla da dire a questo Parlamento ed a questo Governo o ad altri sostenuti da maggioranze di questa legislatura. Riteniamo che in Italia occorrano più persone omosessuali e transgender elette nelle Istituzioni o in luoghi di Potere intesi come luoghi in cui poter cambiare gli atteggiamenti discriminatori verso i non inclusi ed attuare politiche di inclusione sociale e lavorativa di tutte e tutti. Non si deve più mettere nessuna persona nelle condizioni di essere l’unica rappresentate istituzionale di un gruppo politico e ridurre la sua capacità ad una mera lotta. Non si deve più trovare nessuna persona LGBT in una condizione in cui si venga interpellati non per proprie competenze e pensiero ma solo in relazione alla propria condizione di orientamento sessuale o d'identità di genere come se non vi fossero contenuti pensieri od opinioni su altri temi. Non siamo oggetto ma soggetto. Da Napoli, dalla manifestazione d’area metropolitana vogliamo costruire una prospettiva nuova che proponga il modello Napoli all’Italia nella prossima Legislatura, che veda un programma politico chiaro nel quale vi siano proposte di legge che contengano disegni di legge di parità nel matrimonio civile, di estensione della legge Mancino sulle aggravanti omofobiche e transfobiche. Vogliamo leggi che progettino investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali, nelle libertà delle persone; vogliamo disegni di legge che progettino investimenti nella Cultura e nel Turismo come fonte di sviluppo territoriale e sociale; vogliamo disegni di legge che ridisegnino i trasporti locali per renderli funzionanti, precisi e strategici, perchè indispensabili per le interconnessioni culturali; vogliamo disegni di legge che indichino strategie d'investimento nelle formazione dei saperi e nelle opportunità di auto impiego e di lotta alla precarietà. Per questo vogliamo sollecitare la costruzione di reti e relazioni affinché il Napoli Pride del 30 Giugno 12, sia un grande appuntamento dell’Area Metropolitana di Napoli e per tutte e tutti coloro che hanno a cuore la libertà, la democrazia, la non violenza e le libertà dell’esercizio dei diritti fondamentali dell’uomo. Ed ancora, per questo motivo, il Napoli Pride si propone di essere un punto di partenza e non un punto di arrivo per una futura collaborazione costante tra forze sociali (associazioni, comitati, sindacati, istituzioni, rappresentanza sociale non organizzata ecc.) e i cittadini che hanno a cuore la rinascita della città e la partecipazione attiva alla vita collettiva. È necessario il superamento attraverso una trasformazione con metodologia non violenta, ma determinata e duratura. Chiediamo al Sindaco de Magistris, unico sindaco d’Italia sceso in piazza ad un Pride nel 2011, di essere in piazza con i napoletani e le napoletane anche quest'anno e d'invitare i sindaci di tutti i comuni del napoletano, perché solo tutti insieme si può sconfiggere l’omofobia e la transfobia ,e solo insieme possiamo festeggiare l’istituzione del Registro delle Unioni Civili di Napoli e di Portici e chiedere che vengano realizzati ovunque in segno di civiltà e di lotta per la parità e per il superamento delle disciminazioni (ex Art 3 Costituzione Italiana). Insieme ai sindaci de Magistris e Cuomo speriamo che saranno in tanti a seguire il nostro Pride (Orgoglio napoletano), per invadere pacificamente le strade, i vicoli e vicarielli della nostra provincia per ricordare che la convivenza, le pluralità, le libertà sono valori da difendere e da vivere alla luce del sole, negli spazi e nelle strade della civiltà moderna. Le nostre vite sono un fatto dirompente perché svelano che non esistono modelli unici, ma libertà individuali, autodeterminazioni, famiglie culturali e non naturali e che possono trovare nelle regioni e negli enti locali il primo accoglimento delle richieste per i diritti civili di chi non condivide la politica della discriminazione sociale o la condizione della persona come fatto invalidante o come limite al diritto ed alla libertà della persona.

Piattaforma Rivendicativa

  • L'approvazione del disegno di Legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere depositata al Consiglio Regionale della Campania e non messa ancora in discussione;
  • il riconoscimento dell’attestazione di Famiglia Anagrafica (D.P.R. 223/89) dei Registri delle Unioni Civili con tutte le tutele ad essi collegate
  • che vengano pianificate azioni positive contro il pregiudizio omofobico e transfobico attraverso interventi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione, apertura di sportelli di sostegno ed attraverso la sottoscrizione della carta di intendi per la costituzione di una rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (rete RE.A.DY);
  • la piena attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, attraverso il potenziamento e l’applicazione di ogni forma di tutela possibile per quanto attiene l’accesso di lesbiche, gay e transessuali/transgender al mercato del lavoro, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la tutela dell’occupazione e delle garanzie contrattuali frutto di battaglie e conquiste sociali;
  • che venga garantito il diritto alla salute delle persone lgbt ponendo fine alle discriminazioni in ambito sanitario, riattivando le campagne regionali d’informazione sulla prevenzione, garantendo i diritti delle persone sieropositive;
  • la gratuità delle terapie necessarie alla transizione di genere e che si affronti il tema dell’intersessualità.

Chiediamo inoltre:

  • il riconoscimento della cittadinanza ai minori nati in Italia ed ai cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio, così come previsto dalla proposta di legge di iniziativa popolare che va sotto il nome L’Italia sono anch’io;
  • una migliore applicazione della direttiva europea 85 del 2005 riguardo allo status di rifugiato anche per le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali/transgender perseguitati nei paesi d’origine;
  • soluzioni urgenti per quanto attiene il dramma della condizione carceraria (resa ancora più dolorosa per gli aspetti discriminatori legati all’orientamento sessuale ed all’identità di genere ) e il ripristino della legalità con l’applicazione di normative sul reinserimento e il recupero socio- occupazionale dei detenuti.

Auspichiamo che tutte le amministrazioni locali assumano un ruolo propositivo per:

  • produrre una legge nazionale che chiaramente definisca e persegua il reato di violenza a sfondo omo-trans fobico attraverso l’estensione della legge Mancino all’orientamento sessuale e all’identità di genere;
  • rimuovere gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transessuali/transgender attraverso il recepimento pieno e sostanziale della Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 e delle Direttive Europee 207 del 1976 e 78 del 2000; - la tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali;
  • il pieno recepimento della direttiva europea 38 del 2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei in modo rispettoso dei diritti delle coppie di fatto o registrate gay e lesbiche;
  • il rispetto dei diritti umani nel mondo, per l’abolizione della pena di morte, per la depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità presente nelle legislazione di decine di Paesi.
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