Napoli, violenta aggressione omofoba. Subito interventi strutturati. No a speculazioni.

Abbiamo appreso da ieri sera, pochi primi minuti dopo i fatti, tramite denuncia sui social da parte della stessa vittima, di una violenta aggressione nel centro storico di Napoli. Da subito abbiamo offerto piena vicinanza e solidarietà alla vittima, dando alla stessa piena assistenza legale e psicologica.

Dopo i fatti di Caivano, l’ulteriore ed ennesimo episodio di violenza ai danni di persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans), a poche settimane dell’approvazione delle legge regionale contro l’omotransfobia, ci spinge a chiedere con determinazione l’intervento dello Stato e delle Istituzioni locali, dalla Regione, al Comune, alle scuole, che devono investire con maggior determinazioni in azioni di formazione, di sensibilizzazioni e di sostegno concreto alla collettività LGBT.  L’omotransfobia è un problema culturale, non basta la mera condanna o la possibile azione repressiva.

Ancora una volta però dobbiamo biasimare la condotta della Gay Help Line del Gay Center di Roma che interviene, a gamba tesa, senza alcun contatto con il territorio e con le vittime, dimostrando scarsa conoscenza dei fatti, come è prova l’approssimazione del comunicato stampa diramato dallo stesso Gay Center.

Nel denunciare e nel condannare l’ennesimo episodio di violenza ai danni di persone LGBT, esprimiamo però tutta la nostra preoccupazione per un atteggiamento pericoloso da parte della Gay Help Line – Gay Center di Roma. Gli episodi di omotransfobia vanno denunciati senza alcun tentennamento (e nel napoletano né abbiamo denunciati e seguiti a decine negli ultimi anni e cosi come bene ha fatto a denuciare G.V., vittima di omofobia la scorsa notte a Napoli), vanno portati all’attenzione dell’opinione pubblica, ma bisogna prima di ogni cosa tutelare le persone, le vittime e soprattutto la comunità LGBT. Le denunce vanno fatte con serietà, senza speculazioni, e nel rispetto del lavoro quotidiano di chi conosce e vive il territorio e le sue contraddizioni.

Foto pubblicata sulla pagina facebook della vittima (G.V.)