Lottiamo per la dignità delle persone denigrate dal libro del generale Roberto Vannacci. Firma la petizione.

Lanciata da Massimo Arcangeli

Petizione indirizzata alla Presidente del Consiglio dei Ministri e allo Stato maggiore dell’Esercito 

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«Se questa è l’era dei diritti […] rivendico a gran voce anche il diritto all’odio e al disprezzo e a poterli manifestare liberamente nei toni e nelle maniere dovute» (Roberto Vannacci, Il mondo al contrario, p. 281 sg.). 

Il diritto all’odio e al disprezzo rivendicato da Roberto Vannacci in un contesto preciso, quello in cui parla della «casta protetta degli lgbtq+», è perfettamente in linea con l’ideologia di cui è impregnato l’intero libro del generale, che ne ha ricavato peraltro lauti profitti. Un libro nel quale viene eletto a sistema anche un altro aberrante diritto, che fa riandare con la memoria alle rivendicazioni razziali di superiorità del Novecento e ai loro tragici effetti nei ripetuti delitti commessi contro l’umanità: il diritto di discriminare, sulla base di una presunta “normalità”, da parte di una maggioranza cui si contrapporrebbero diverse minoranze “anormali”. 

Per un alto rappresentante dell’esercito italiano, un’istituzione che Vannacci ha giurato di servire con onore, non si può invocare a man salva la libertà d’espressione sancita dall’art. 21 della nostra Costituzione, che non è una libertà assoluta per nessun cittadino e nessuna cittadina di questo paese, e a maggior ragione per un generale delle Forze armate, ma una libertà relativa. La tutela del libero pensiero e della sua verbalizzazione non può offendere le persone e i diritti umani, salvaguardati dal nostro stesso testo costituzionale, da leggi e normative europee che bilanciano quella libertà in vari modi (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, artt. 10 e 14; Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, art. 21, comma 1) e dall’art. 732, commi 1-3, del Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare (Decreto del Presidente della Repubblica del 15 marzo 2010, n. 90): «Il militare deve in ogni circostanza tenere condotta esemplare a salvaguardia del prestigio delle Forze armate. 2. Egli ha il dovere di improntare il proprio contegno al rispetto delle norme che regolano la civile convivenza. 3. In particolare deve: a) astenersi dal compiere azioni e dal pronunciare imprecazioni, parole e discorsi non confacenti alla dignità e al decoro». 

Il mondo al contrario non è un libro né contro il pensiero unico né contro il politicamente corretto, che sono semplici alibi per diffondere odio, disprezzo, discriminazione nei confronti degli omosessuali, delle donne e delle persone di diverse etnie, culture, religioni, di cui il volume lede la dignità:   «A pensarci bene, tranne rari estremismi, quello che accende le polemiche anche ai giorni nostri nei confronti dei gay non sono le disquisizioni critiche circa i gusti personali e le preferenze all’interno di una camera da letto ma i comportamenti ostentativi ed esibizionisti e, soprattutto, l’elevazione di una questione relativa al gusto sessuale ad una pretesa di diritti familiari, civili e sociali» (p. 237); «l’omosessualità è universalmente riconosciuta come “variante non patologica dell’orientamento sessuale” e quindi […], come il masochismo, non può rientrare nella normalità anche tenuto conto delle percentuali estremamente minoritarie dei suoi adepti!» (p. 241); «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!» (p. 243); «Altra incredibile bordata [contro la famiglia] proviene dal movimento femminista che si batte per l’emancipazione della donna. Oltre a promuovere istituzioni come il divorzio e l’aborto al suon dello slogan “tremate, tremate, le streghe son tornate” si oppone alla figura femminile intesa come madre. Le moderne fattucchiere sostengono che solo il lavoro ed il guadagno possono liberare le fanciulle dal padre padrone e dal marito che le schiavizza condannandole ad una sottomessa, antiquata, involuta ed esecrabile vita domestica» (p. 187); «anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può invece scorgere in tutti gli affreschi, i quadri e le statue che dagli etruschi sono giunti ai giorni nostri» (p. 110); «Molti sedicenti giuristi sostengono che il delitto d’odio nei confronti di una certa categoria di persone deve essere considerato più grave perché chi lo commette ottiene l’effetto che tutte le persone appartenenti alla minoranza individuata (i neri, le donne, i mussulmani, gli omosessuali o i transessuali) si sentano minacciati e vivano, per questo, in uno stato di perenne paura e sottomissione» (p. 284); «se l’appartamento è privato i proprietari saranno liberi di farne ciò che vogliono e di locarlo a chi intendono loro? [il riferimento è alla discriminazione subìta di recente da due omosessuali cui non si è voluto affittare un appartamento a Milano]. Inoltre, se l’immagine del mondo non etero ha qualche pur minima relazione con le sconcezze e le turpitudini che ormai da anni vengono ripetutamente ed orgogliosamente messe in mostra al Gay Pride, quei proprietari hanno poco da essere biasimati» (p. 282 sg.). 

Difficile aspettarsi qualcosa di diverso da un generale che infastidito dallo stranierismo gay, non pago di deridere il modo in cui un omosessuale potrebbe camminare per strada, rimpiange i tempi (p. 259) in cui gli si poteva dare tranquillamente del frocio o del finocchio, del culattone o del ricchione, della bardassa o della checca.

Con questa petizione chiediamo alla Presidente del Consiglio dei Ministri di condannare ufficialmente le idee omofobe, razziste e sessiste contenute nel libro di Roberto Vannacci e allo Stato maggiore dell’Esercito di dare seguito all’indagine interna avviata dal ministro della Difesa – di concerto con le stesse Forze armate –, e all’avvicendamento alla guida dell’Istituto Geografico Militare, con l’adozione dei necessari provvedimenti disciplinari nei confronti del generale, che ha disonorato la divisa che indossa (Costituzione italiana, art. 54, comma 2) e danneggiato l’immagine oltreconfine del nostro paese. All’interno delle alleanze e degli organismi internazionali in cui è presente anche l’Italia, compresa la Nato, operano difatti persone di etnie, religioni, identità di genere diverse

Massimo Arcangeli, linguista

Antonello Sannino, attivista

Rete #Nobavaglio Liberi di essere

La Voce della Scuola

Consiglio d’amministrazione CLMC (Comunità Laici Missionari Cattolici)

Giovani Democratici Roma, X Municipio

Luigi De Magistris, politico

Monica Cirinnà, politica

Tomaso Montanari, rettore

Vladimir Luxuria, attivista, opinionista e scrittrice

Francesca Pascale, attivista

Filippo La Porta, giornalista e critico letterario 

Beatrice Curci, giornalista

Lello Voce, poeta e insegnante

Giuseppe Di Duca, direttore della fondazione UniVerde

Rory Cappelli, giornalista e scrittrice

Alessandro Cecchi Paone, giornalista e conduttore tv

Giulio Ferroni, professore emerito di Letteratura italiana

Silvano Tagliagambe, professore emerito di Filosofia della Scienza

Susi Ronchi, giornalista

Danilo Grossi, giornalista politico e assessore del Comune di Cassino 

John Picchione, professore emerito di Italian Literature and Culture 

Beatrice Alfonzetti, docente universitaria

Maria Lippiello, ricercatrice universitaria e attivista 

Piero Bevilacqua, professore emerito di Storia contemporanea

Lillo Di Mauro, poeta e attivista 

Emanuela Mollica, architetta

Leonardo Marcello Pignataro, traduttore

Mattea Lissia, direttrice artistica del festival Pazza Idea

Gaetano Attilio Nastasi, ingegnere e presidente dell’agenzia CERTING

Marina Morbiducci, docente universitaria

Luigi Amodio, docente universitario

Paolo Valerio, docente universitario

Cecilia Brighi, segretaria generale di Italia-Birmania Insieme

Rosario Coco, calciatore e attivista

Claudio Finelli, insegnante e operatore culturale

Daniela Lourdes Falanga, attivista

Lea Codognato, imprenditrice

Corrado Zunino, giornalista

Sandro Ruotolo, giornalista e politico

Marco Natale, avvocato

Adriana Luperto, artista

Anna Angelucci, insegnante

Antonella Palmitesta, psicologa e psicoterapeuta

Oscar Biffi, insegnante

Daniela Perissutti, insegnante

Paola Cingolani, blogger e scrittrice

Giulia Sfredda, sociologa

Diego Palma, giornalista e insegnante 

Daniele Lovito, insegnante

Giulio Pantalei, scrittore e musicista

Stefano Rosi, insegnante

Rosaria Floris, insegnante 

Massimo Fasoli, ex sindacalista 

Silvia Gallo, insegnante 

Giovanni Colombo, ex primario 

Giovanna Pirolo, ex farmacista 

Mario Bertolo, ex insegnante 

Brunella Bruno, ex insegnante

Laura Pesce, insegnante

Michele Zannini, presidente dell’associazione Trasparenza è Partecipazione 

Libero Tassella, ideatore e responsabile di Scuola Bene Comune 

Doriana D’Elia, insegnante 

Angelo Bernacchia, addetto stampa

Norberto Gallo, insegnante 

Maddalena Giocondo, presidente dell’associazione Carena 

Stefano Palma, insegnante 

Vincenzina Salvatore, avvocata 

Lorenzo Mauro Liessi, insegnante 

Erica Talamonti, insegnante 

Gianluca Russo, medico e ricercatore universitario

Carmela Giocondo, insegnante 

Francesco Testa, insegnante 

Gerardo Fania, responsabile nazionale scuola per la FEDAL (Federazione Autonoma del Lavoro)

Elvira Fisichella, insegnante 

Rita Brambilla, sindacalista 

Gianfranco Scialpi, insegnante 

Alessandra Briscese

Alberto Freschi 

Silvana Gazzola

Agnese Zanonato

Claudio Beltramello